Cà del Bosco
Ca’ del Bosco rappresenta indiscutibilmente un pilastro non solo del territorio della Franciacorta ma di tutta la scena vitivinicola nazionale. Questa importantissima realtà produttiva nasce a metà degli anni ‘60, quando Annamaria Clementi Zanella acquista nel comune di Erbusco, nel cuore della zona, una piccola casa dall’omonimo nome, dotata di boschi e vigneti.
Il percorso vitivinicolo dell’azienda è stato però avviato dal figlio di Annamaria, Maurizio Zanella, il quale ha saputo identificare ed esaltare le caratteristiche del territorio Franciacorta.
Agli inizi degli anni ‘70, Maurizio diventa il precursore della valorizzazione di quelle zone, trasformando la piccola casa “ca’ del bosco” in una delle più moderne e produttive cantine d’Italia.
Da allora ogni azione è dominata da un unico e fondamentale principio, che definisce l’essenza della cantina: la ricerca dell’eccellenza, che ha sempre guidato la maison sin dalla prima fase sperimentale. Subito dopo nel 1972 arriva in commercio il primo vino bianco, il Pinot di Franciacorta; quattro anni più tardi è la volta invece del primo Ca' del Bosco rosso, il Rosso di Franciacorta.
Il 1976 è l’anno della prima vendemmia che darà vita ai primi tre spumanti Franciacorta Ca' del Bosco: Brut, Dosage Zéro, Rosé, due anni più tardi, il Crémant che uscirà poi nel 1980.
Proprio nel 1978, durante uno dei suoi viaggi di ricerca e studio in Francia, Maurizio Zanella incontra e assolda André Dubois, chef de cave che porterà in azienda rigore e competenza. Sarà proprio grazie a lui che la produzione di Franciacorta si consoliderà portando nel 1979 alla nascita della prima annata della Riserva Franciacorta, un Pinot Millesimato a cui a partire dall’annata 1989 verrà dedicato il nome della fondatrice. La sua impronta su tutti i vini Ca’ del Bosco sarà definitiva.
All’inizio degli ’80 risale invece la nascita dei vini Pinéro, Maurizio Zanella e Chardonnay grazie alla collaborazione con l’enologo russo André Tchelistcheff; successivamente arriverà l’americano Brian Larky che insiema a Dubois inaugurerà una stagione di sperimentazione e innovazione.Nel 1986 è il turno di Stefano Capelli, l’attuale enologo di Ca’ del Bosco ed oggi custode dei segreti di André Dubois, che negli anni diventerà suo maestro permettendogli di affinare le tecniche di cantina adottate fino a quel momento. Con lui la maison raggiungerà l’apice e conquisterà un’identità ben definita.
Gli anni 2000 sono quelli che porteranno ad un ampliamento della cantina da una superficie di 10.000 metri quadrati a una di 20.000; nel frattempo si definiscono e si mettono a punto le nuove linee d’imbottigliamento, un sistema innovativo per il lavaggio e asciugatura delle uve e il dégorgement a “ossigeno zero”. E nel 2014 l’azienda ottiene la certificazione biologica.
Le vigne, che oggi possono vantare in media quasi tutte più di quarant’anni d’età, in fase di vinificazione sono trattate separatamente, rispettando quindi le peculiarità di ogni singolo terroir. L’assemblamento delle diverse parcelle avviene infatti solo dopo che è terminata la fase di maturazione, così da avere ben chiara quale sia la massima espressione raggiunta da ciascun uva. Il territorio e le radici vengono prima di tutto, e proprio alla luce di questa intelligente filosofia tra i filari si utilizza un regime agronomico a basso impatto ambientale, con minime concimazioni solo di tipo organico.